Truffe ad anziani tra Napoli e Caserta, sgominata banda: ecco come agivano
Truffe ad anziani tra Napoli e Caserta, sgominata banda: ecco come agivano
I Carabinieri di Caserta hanno dato esecuzione un’ordinanza di misura coercitiva, emessa dal gip di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di sei persone (3 in carcere, una agli arresti domiciliari e 2 con obbligo di dimora del comune di residenza) per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe ai danni di anziani.
Le indagini si sono concentrate su 17 episodi specifici di truffe, consumate o tentate sempre ai danni di anziani, nei territori delle provincie di Caserta, Napoli, Salerno, Campobasso, Potenza e Isernia. Agli indagati è stata inoltre sequestrata la somma di 25.500 euro.
Le indagini sono state avviate a fine 2017 a fronte del fenomeno delle truffe ai danni di anziani. Dalle indagini coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere è emersa la «stabile e articolata struttura organizzativa» di due distinte associazioni per delinquere, entrambe dedite alla commissione di truffe con distinti modus operandi.
Il primo gruppo è composto da 3 dei destinatari della misura della custodia in carcere, 2 dei quali si occupavano d’individuare il comune dove operare, selezionare le vittime, fornire gli apparecchi telefonici e i veicoli utilizzati per commettere le truffe, mentre il terzo complice era invece l’esecutore materiale delle truffe.
Quest’ultimo si presentava nelle abitazioni delle vittime simulando di essere un collaboratore di uno studio legale, convincendo la vittima della necessità di corrispondere urgentemente a un avvocato una somma di denaro al fine di poter incassare un assegno emesso in suo favore all’esito di una pratica risarcitoria.
Il secondo gruppo preferiva invece il raggiro della cosiddetta «truffa del pacco», con la quale uno degli associati contattava le vittime, alle quali si presentava come figlio o nipote in modo da instaurare un colloquio di tipo familiare e superare la resistenza psicologica degli anziani.
Una volta che la parte offesa era convinta di parlare con un suo parente, iniziava la seconda parte del raggiro consistente nella rappresentazione di un temporaneo stato di difficoltà nel procedere al ritiro di un pacco urgente che un corriere sarebbe passato a consegnare, previo versamento di una somma di denaro o del controvalore in gioielli o preziosi in caso d’indisponibilità di contanti. (foto potenzanews).