Un valido sostituto della carne: le fave
Acqua, fibre e proteine: le caratteristiche delle fave
Le fave appartengono alla famiglia delle Leguminose o Fabacee, mangiate crude contengono tantissima acqua, fibre, proteine ed è quasi irrilevante la presenza di grassi: queste caratteristiche fanno delle fave un cibo con molti benefici sulla salute. Il basso apporto calorico, circa 41 calorie per cento grammi di fave, fa delle fave un cibo adatto alle diete ipocaloriche. L’acqua e le fibre aiutano sia la diuresi che la motilità intestinale. Tra i tanti minerali presenti c’è il ferro, ovviamente vegetale, che spinge a consigliare questo alimento nei casi di carenza. L’elevato contenuto proteico, poi, fa sì che questi legumi possano essere considerati un valido sostituto al consumo di prodotti di origine animale, soprattutto la carne rossa. Tuttavia, alcune delle proteine presenti, in particolari soggetti, possono determinare sensibilizzazione e scatenare reazioni allergiche.
Le favole e l’ottimo contenuto di dopamina
Una particolarità della pianta delle fave, per quanto ciò dipenda moltissimo dalla varietà, è la presenza di levodopa. Il levodopa è un aminoacido non proteico da cui si forma la dopamina, un neurotrasmettitore della famiglia delle catecolamine la cui produzione risulta carente nei soggetti affetti da malattia di Parkinson. Nel prodotto secco, invece, i valori aumentano con un contenuto calorico che arriva intorno alle 224 kcal. Le fave, inoltre, contengono saponine, responsabili del sapore amarognolo caratteristico del frutto fresco. E’stato dimostrato che le saponine hanno effetti positivi, con riduzione del colesterolo e stimolazione del sistema immunitario.
Controindicate in caso di favismo
Il consumo di fave fresche in soggetti sensibili può portare a crisi emolitiche molto gravi. Si parla di favismo, una malattia genetica ereditaria dovuta ad una carenza di un particolare enzima coinvolto in una via metabolica che converte il glucosio in pentoso-fosfati, utilizzati nella sintesi di acidi nucleici. Durante le reazioni, l’enzima ricostituisce le scorte di NADPH (NAD fosfato ridotto), necessario per ricostituire la scorta di glutatione ridotto, il principale composto anti-ossidante della cellula. Nei soggetti affetti da favismo il consumo di fave, va ad interferire con questi meccanismi, e la carenza dell’enzima, comporta un accumulo di prodotti dei processi ossidativi che nei globuli rossi porta a danni tali da provocare la lisi della membrana dell’eritrocita e, quindi, la distruzione dell’intera cellula. Ne consegue un quadro di crisi emolitica con ittero per accumulo di bilirubina e, nei casi più gravi, insufficienza renale acuta.
Sintetizzando:
Le fave aiutano a perdere peso; sono utili contro il Parkinson e nel corso della gravidanza; abbassano il colesterolo e il glucosio ematico; favoriscono la diuresi e stimolano il sistema immunitario.
Dott.ssa Antonia Giacco – Biologa Nutrizionista
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