Napoli. Il cardinale Sepe scrive ai sacerdoti e stabilisce le regole per Pasqua
Alla vigilia della Festa di San Giuseppe, patrono universale della Chiesa, il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli, ha indirizzato una lunga comunicazione ai Parroci, Presbiteri, Religiosi, Religiose, Diaconi, Seminaristi, Associazioni e Movimenti ecclesiali di tutta l’Arcidiocesi.
Il pastore della chiesa napoletana, che era intervenuto, nei giorni scorsi, con comunicazioni e video-preghiere, ha sentito la necessità di ribadire, ulteriormente, la necessità di “dare testimonianza di una Chiesa che vive e opera in comunione“.
Il Cardinale ha ricordato a tutti che:
- non si esce di casa se non per i motivi fissati dalle Autorità civili (lavoro, salute, necessità);
- non sono consentite tutte le cerimonie religiose;
- le Chiese possono restare aperte, alcune ore, solo di mattina, per consentire a qualche fedele di confessarsi o di confidare una sua pena al parroco o per una breve preghiera individuale; tutto va fatto sempre nel rispetto assoluto della distanza di almeno un metro tra persone e in numero assolutamente ridotto in maniera da non creare assembramento;
- non è necessario procedere alla esposizione del Santissimo Sacramento o alla benedizione Eucaristica.
- Al sacerdote è consentita la celebrazione della messa rigorosamente in privato, senza l’assistenza di alcuno e senza dare l’Eucaristia neppure al diacono se presente (dalle dirette facebook, infatti, si sono visti diaconi e ministranti servire all’altare o intonare i canti, senza tralasciare poi i laici impegnati, in molti casi, a fare le dirette facebook).
- Nella Settimana Santa, a partire dalla Domenica delle Palme, tutti si uniformeranno, in comunione, alle celebrazioni fatte a porte chiuse nella Chiesa Cattedrale e trasmesse, generosamente, in diretta televisiva dall’ emittente Canale 21.
L’ultima disposizione, sull’uniformarsi e guardare le celebrazioni in tv, pare essere un riferimento, non tanto celato, all’enorme flusso di dirette che, in questi giorni, hanno inondato i social e che, in alcuni casi, sono diventate motivo di protagonismo del singolo sacerdote, preoccupato di essere “a fuoco di camera”, più che momento di preghiera, vicinanza e riflessione per il popolo di Dio.
Il messaggio del cardinale si chiude, inoltre, ricordando che nella settimana di Pasqua sarà vietato distribuire palme e acqua santa. A Pasqua il capo famiglia guiderà la preghiera e benedirà con il segno della croce.