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San Ciro martire: il patrono di Portici sepolto a Napoli

San Ciro martire: il patrono di Portici sepolto a Napoli
Quanti Santi in piazza del Gesù? Ingorgo di Santità!

Il 31 gennaio il Martirologio Romano, da secoli, ricorda i Santi Ciro e Giovanni. Due martiri che, per la loro fede in Cristo, dopo molti tormenti, furono decapitati. La Chiesa che è in Napoli ricorda anche la Beata Maria Cristina di Savoia. La provvidenza ha voluto che tutti questi esempi di luminosa testimonianza riposino in piazza del Gesù: i primi nella Basilica del Gesù Nuovo (dei gesuiti) e la seconda in quella di Santa Chiara (dei frati minori). La piazza dedicata a Gesù, nella quale si erge maestoso l’obelisco dedicato alla Immacolata Concezione di Maria, si trova, quindi, ad essere un ingorgo di santità. Nella Chiesa del Gesù Nuovo, infatti, oltre alle reliquie di tanti Santi, riposa anche il corpo del medico San Giuseppe Moscati, mentre in quella di Santa Chiara sono venerati il corpo di San Ludovico da Casoria e quello del Servo di Dio Salvo d’Acquisto. Piazza del Gesù è diventata quindi, sempre più, la meta religiosa del capoluogo campano.

La vita di Ciro e Giovanni

Secondo racconti e testimonianze, per lo più leggendarie, Ciro nacque ad Alessandria d’Egitto, intorno al 250 d.c., e studiò medicina nella celebre scuola della sua città.  Divenuto medico si adoperò nel somministrare, in maniera gratuita,  le cure ai poveri. Incitava, poi, i malati a trovare conforto nella fede. Nel 299 tutti i medici alessandrini furono accusati di stregoneria e di cospirazione contro l’impero, per questo motivo l’imperatore Diocleziano decise di far perseguitare tutti coloro che svolgevano attività curative senza essere autorizzati. Siriano, prefetto di Alessandria, rispettando i dettami imposti dall’Imperatore, fece arrestare Ciro. Per evitare la persecuzione Ciro decise di trasferirsi in Arabia Petrea e si dedicò ad una vita anacoretica (monacale). Sostituì la medicina con la preghiera e iniziò ad essere considerato operatore di miracoli. In questa sua nuova esperienza di vita fu seguito da Giovanni, soldato nativo della città di Edessa. Quest’ultimo dovette abbandonare la carriera militare quando, nel 298, l’imperatore Diocleziano emanò l’editto di epurazione che escludeva i soldati cristiani. Giovanni preferì abbandonare la carriera e i privilegi, che vi erano connessi, piuttosto che rinnegare la sua fede in Cristo.

La difesa della Fede e la persecuzione

Saputo che i cristiani subivano numerose persecuzioni si diressero, insieme, a Canopo. Quattro cristiane: Atanasia con le tre figlie chiamate Teodosia, Teotista e Eudossia, erano state arrestate. Il prefetto Siriano, per scoraggiare le quattro donne, inferse tremendi supplizi, da crudeli flagelli a violente forme di ustioni, ai due amici Ciro e Giovanni. Le donne, tuttavia, incoraggiate da quel loro esempio, con più forza si rifiutarono di rinunciare alla loro fede. Il 31 gennaio del 303 il medico Ciro e il soldato Giovanni furono, infine, decapitati. I corpi dei Santi furono portati nella chiesa di San Marco ad Alessandria e, in seguito, il patriarca San Teofilo fece costruire un tempio a Canopo dove i resti furono traslati. Per questi Santi, come avviene anche per i santi medici Cosma e Damiano, si diffuse la devozione dell’incubatio. Questa pratica devozionale prevede che i fedeli si addormentino, distesi sul pavimento, aspettando e sperando che, durante il sonno, il Santo possa apparire per indicare i rimedi da adoperare contro le diverse malattie.

La traslazione delle Reliquie

Nel X secolo i resti dei Santi furono portati a Roma dai monaci Grimaldo e Arnolfo.  Nel 1600 le reliquie furono traslate a Napoli per volere del cardinale Francesco Sforza, che le collocò nella Chiesa del Gesù Nuovo, dove tutt’ora si venerano. Nella medesima chiesa prestò servizio, per circa 40 anni, il gesuita San Francesco De Geronimo. Questi, sul finire del XVII secolo, diffuse esponenzialmente il culto per i due santi: girava per la città portando con se alcune loro reliquie.

Patronati

San Ciro è patrono di Portici (che conserva la reliquia di una parte del cervello), Vico Equense (che conserva reliquie dei due Santi e venera come patrono anche San Giovanni soldato), Nocera Superiore, Grottaglie e Marineo (che conserva il cranio del Santo).

La città di Ciro: Portici

Innegabile ritenere che la città che ha il culto più sentito verso San Ciro sia il comune del napoletano. Portici, con oltre 50mila abitanti, nella ricorrenza liturgica del Santo riceve pellegrini da ogni parte della Campania e nel noto Santuario si tengono numerose Celebrazioni Eucaristiche. I festeggiamenti esterni si tengono, invece, la prima domenica di maggio. Portici, in questa circostanza, con una lunghissima processione, che vede, ogni anno, la partecipazione di circa 15mila fedeli, festeggia il patrocinio del Santo sulla città.

La tragedia nel 2013: ricordare per non dimenticare!

Purtroppo la Festa, nel maggio del 2013, è stata turbata da un’enorme tragedia. La processione, per gli ultimi 300 metri di percorso, si avviava verso la piazza del Santuario dove il cardinale Arcivescovo di Napoli, su un palco allestito, doveva impartire la benedizione solenne. In breve il clima di raccoglimento e preghiera ha lasciato spazio ad urla, panico e disperazione. Mentre la statua del Santo, portata a spalla dai fedeli, percorreva il Corso Garibaldi, un balcone è crollato sui fedeli in processione, provocando la morte di quattro persone (Maria Vela, Concetta Evangelista, Aniello Scognamiglio e Michele Fiengo) e il ferimento di altre sedici. 

                                                                                                                             Giovanni Russo