Salerno. Mons. Morelli ordina 13 nuovi diaconi, tre sono fratelli (due anche gemelli)
Diaconato: il servizio pastorale, liturgico e di carità nella Chiesa
13 giovani di Salerno ricevono il diaconato
Il Signore parla continuamente al cuore dell’uomo e lo dimostra il numero di “operai” chiamati a lavorare nella “messe”. Lo scorso 12 settembre, in occasione del 20° anniversario della sua ordinazione episcopale e dell’ottavo anno alla guida dell’arcidiocesi di Salerno, Sua Ecc.za Mons. Luigi Moretti ha avuto l’onore e la gioia di ordinare diaconi 13 giovani ragazzi salernitani.
Il “primato” offerto da Bracigliano
Bracigliano, paese di appena 5.500 abitanti a 350 metri sul livello del mare, ha offerto alla Chiesa salernitana ben cinque di questi giovani. Questo evento di “grazia” ha coinvolto, in particolare, la famiglia De Angelis con l’ordinazione di Carmine, Ferdinando e Roberto: tre fratelli. Cresciuti tra le vallate di questo paesino, che confina con la provincia di Avellino ed è circondato da boschi di castagni, i tre ragazzi sono stati toccati nel cuore e hanno deciso di offrire la propria vita per amore. I De Angelis hanno ben compreso che ogni persona è degna di essere amata e, di fronte al grido di aiuto dell’umanità sofferente, hanno pronunciato il loro “fiat”. La curiosità più grande, che forse potrebbe far rientrare la famiglia nel guiness dei primati e che non può essere ignorata, è che, di questi tre giovani fratelli, due sono anche gemelli.
Ma cos’è il diaconato
Il diaconato è un grado del sacramento dell’ordine. Il n. 1554 del Catechismo della Chiesa cattolica ricorda, infatti, che: “i gradi di partecipazione sacerdotale (episcopato e presbiterato) e il grado di servizio (diaconato) sono tutti e tre conferiti da un atto sacramentale chiamato ‘ordinazione’, cioè dal sacramento dell’Ordine”. Il diaconato è documentato già dai tempi degli apostoli. Altre testimonianze, di questo servizio, si trovano, subito dopo, nei diversi Concili e nella prassi della Chiesa. Dal V secolo, tuttavia, il diaconato inizia a conoscere un declino per divenire solo la tappa intermedia verso il sacerdozio, come nel caso dei 13 giovani dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno. Dopo mille anni, in occasione del Concilio di Trento (1545-1563), si stabilì che il diaconato permanente dovesse essere ripristinato, ma tale richiesta restò inascoltata e non trovò attuazione. Passarono altri cinque secoli prima di vederlo ristabilito con il Concilio Vaticano II.
Differenza tra diacono “transeunte” e “permanente”
Il diacono può essere “transeunte”, cioè di passaggio, se la sua è una tappa verso il sacerdozio. In questo caso la persona deve essere celibe e deve aver compiuto almeno i 23 anni di età. Può capitare, poi, di trovarsi di fronte a uomini che vogliono offrire un servizio costante nella vita pastorale e liturgica della chiesa, ma restando nel mondo. Questi uomini celibi non vogliono o non possono diventare sacerdoti. Il loro diaconato si definisce quindi “permanete”. Se sono celibi non potranno più sposarsi se, invece, sono sposati dovranno, ovviamente, chiedere il consenso della moglie. Se resteranno vedovi ugualmente non potranno più sposarsi. Il diacono “permanete” sposato deve avere almeno 35 anni d’età. Il percorso formativo per gli aspiranti al diaconato deve durare almeno cinque anni e deve seguire un percorso di studi teologici e il tirocinio nelle comunità parrocchiali.
I compiti del diacono d’oggi
Il Concilio Vaticano II, con la Lumen Gentium 29, ha sintetizzato questo ministero con la triade: diaconia della liturgia, della predicazione e della carità. Il diacono, in comunione con il vescovo e con il suo presbiterio, deve servire la Chiesa: amministrando il battesimo; conservando e distribuendo l’Eucaristia; assistendo e benedicendo il matrimonio; portando il viatico ai moribondi; leggendo la Sacra Scrittura ai fedeli; istruendo ed esortando il popolo di Dio; presiedendo al culto, alla preghiera dei fedeli e al rito funebre e di sepoltura; amministrando i sacramentali. Tra tutte le funzioni di “servizio” occorre, poi, ricordare che i diaconi devono dedicarsi agli uffici di carità e di assistenza.
Giovanni R.
La foto di copertina è di repertorio mentre quella nell’articolo è stata recuperata dalla pagina facebook del Coro della diocesi di Salerno (che ha anche allietato la celebrazione in Cattedrale).