“Napoli, di questo passo non sarai più attraente”. L’accusa dell’imprenditore: più ordine e nuovi percorsi attrattivi
Enrico Ditto, imprenditore nel campo dell’hospitality a Napoli: “Paghiamo un degrado ancora serpeggiante in città e che rischia di avallare quello Sputtanapoli che abbiamo fatto tanto per metterci alle spalle”.
NAPOLI – “Se oggi mettessi piede a Napoli, allontanandomi dalle poche aree tenute come una bomboniera per vivere diversamente la città, mi scontrerei con una raccolta dei rifiuti non sufficiente, miasmi insopportabili, inciviltà diffusa e mancato controllo del territorio. Se oggi fossi un turista, probabilmente non tornerei a Napoli la prossima volta. E lo dico da persona che ha investito in questo settore credendo fortemente in questa città”. Sono le parole di Enrico Ditto, imprenditore di lungo corso attivo nell’hospitality con una catena di B&B che serve il centro città.
“Leggevo – continua Ditto – alcuni preoccupanti dati su una flessione degli arrivi a Napoli nel mese di luglio, dati che andrebbero comunque contestualizzati includendo chi opera nel buio e sfuggendo ai controlli. Resta però un campanello d’allarme che deve portarci a riflettere. Inizio io: Napoli ad agosto è una città davvero per i turisti?”.
Secondo Ditto sono diverse le criticità, e che vedono “tutti colpevoli nessuno escluso”. “Partiamo dagli anni di scelte amministrative che ci hanno portato a dove siamo oggi: abbiamo una città senza alberi, senza verde, senza ripari per lunghi tratti di strada. Pensare ad esempio a quella distesa di asfalto di una piazza, Municipio, la cui centralità è data anche dall’apertura di linea 6. Solo a pensarci manca il fiato e viene sete. E potrei replicare questo esempio per tantissime aree della città”.
“C’è poi la gestione attuale. Aree che dovrebbero depressurizzare i flussi turistici troppo ‘centrocentrici’ come Fuorigrotta, tanto per dirne una, sono in condizioni che definire ai limiti del decoroso è eufemistico. Conosco persone che stanno implorando la pioggia per far sì che le strade si liberino dall’olezzo nauseabondo. Manca un controllo del territorio e degli interventi di prossimità scontati che puntualmente vengono disattesi. Una città che vuole far tornare un turista per fargli scoprire ad esempio la straordinaria area flegrea non può presentarsi così”.
Ma la colpa non è solo quella imputata all’amministratore. “Dobbiamo investire sull’educazione civica”, punta il dito Ditto. “Paghiamo a causa di qualche ingombrante mela marcia un degrado ancora serpeggiante in città e che rischia di avallare quello Sputtanapoli che abbiamo fatto tanto per metterci alle spalle. La differenziata al palo, le condizioni dei marciapiedi, alcune piccole regole di vivere civile puntualmente disattese come quelle legate alla viabilità devono essere prioritarie per non prestare più il fianco a chi non vede l’ora di colpirci”.
In ultimo, creare nuova attrattività “è prioritario”. “Napoli è una città ricchissima di cose da dire e mostrare”, conclude Ditto. “Paghiamo trasporti non ancora all’altezza e infrastrutture da migliorare, ma dobbiamo pensare sin da subito a nuovi poli attrattivi. Il centro non può sostenere da solo tutto il flusso turistico, decentralizzarlo è necessario, ma se non si offre un’alternativa valida e strutturata difficilmente accadrà da sé”.