Napoli. Restituiti alla Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” 8 volumi del XVIII sec. rubati prima del 1990
Napoli. Restituiti alla Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” 8 volumi del XVIII sec. rubati prima del 1990
Napoli. Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale restituisce alla Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” 8 volumi del XVIII sec.
Stamattina, alle ore 10.00, nella Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III”, alla presenza del Direttore Francesco Mercurio e del Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, il Capitano Giampaolo Brasili, si svolgerà la cerimonia di riconsegna di 8 volumi del XVIII secolo relativi alla storia degli imperatori romani sottratti dalla Biblioteca prima degli anni ’90 e recuperati dai militari dell’Arma nel corso di attività d’indagine che iniziata nel 2016 a partire da accertamenti su 3 fratelli della provincia di Napoli ritenuti ricettatori di opere d’arte.
La Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli. Cosa si può trovare?
La Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli è una delle più belle biblioteche statali di Napoli, dipendente dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo – Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali.
Dopo le nazionali centrali di Roma e Firenze, si può considerare la maggiore biblioteca italiana, con un patrimonio di circa 19.000 manoscritti, di 4.563 incunaboli, 1.792 papiri ercolanesi, di circa 1.800.000 di volumi a stampa e oltre 8.300 testate di periodici.
La esclusiva biblioteca ritrovata nell’antica Ercolano, contenente l’opera di Epicuro “Sulla natura“, che costituisce il fondo librario più antico posseduto dalle biblioteche italiane e straniere, il ricco e splendido nucleo dei codici miniati aragonesi, le magnifiche collezioni Farnesiana e Brancacciana, le biblioteche degli ordini religiosi soppressi, le raccolte pubbliche e private confluite a più riprese nel patrimonio della Nazionale.
Si possono trovare le variegate e ancora poco note collezioni iconografiche, le testimonianze autografe di autori come Tasso, Vico, Leopardi formano nell’insieme un patrimonio di grande rilievo, che per la completezza e varietà tipologica offre vari itinerari di ricerca.
Negli ultimi anni l’Istituto si è notevolmente arricchito di pregevoli collezioni private (basti ricordare fra tutte il fondo Doria o la raccolta Pontieri) nonché di tutta una serie di acquisizioni finalizzate alla documentazione ed alla valorizzazione della cultura meridionale in tutti i suoi vari aspetti.