Luciano De Crescenzo ci ha resi tutti un po’ filosofi. Addio professor Bellavista
Luciano De Crescenzo ci ha resi tutti un po’ filosofi
di Antonio Cerbone
Ai più giovani potrebbe risultare sorprendente l’enorme affetto col quale il popolo campano (e non solo) ha salutato l’ingegnere filosofo Luciano de Crescenzo. Ma facendo un giro in rete, consultando il materiale video che è balzato sui social all’indomani della dipartita del “professor Bellavista”, è facile rendersi conto che abbiamo perso un grande ed umile intellettuale, che ha sempre amato paragonarsi ad una scala con cui si accede ai libri posizionati nelle zone alte degli scaffali.
Ed in fondo è così. Attraverso il cinema, la scrittura, la divulgazione televisiva, egli ha saputo coniugare la spontaneità e l’ironia degli stereotipi napoletani all’autorevolezza della filosofia, con un linguaggio che ha fatto dell’immediatezza e della piacevolezza le proprie caratteristiche fondanti.
Come ogni grande uomo, ha dimostrato di essere flessibile e di saper inseguire i propri sogni al di là di ogni schema convenzionale. Era uno stimato ed affermato ingegnere all’IBM quando, attraverso l’inseguimento delle proprie passioni, ha realizzato il più grande sogno della sua vita: quello di vivere delle proprie passioni.
E da quel momento ci ha resi un po’ più filosofi, ci ha insegnato la differenza tra uomini d’amore e uomini di libertà; ci ha mostrato i vari aspetti di una Napoli che purtroppo non esiste più, con una umanità disarmante che ha saputo magistralmente spaziare in ogni spaccato della città: l’arte di arrangiarsi, la spontaneità, la solidarietà e i terribili problemi come quello del consumismo e della camorra.
E come ogni grande maestro, è stato autore e protagonista di un movimento culturale che si è posto in continuità con la grande tradizione napoletana (Giuseppe Marotta, Ferdinando Russo), coinvolgendo e dando voce ai grandi talenti del cinema e del teatro di Eduardo (Sergio Solli, Isa Danieli, Tommaso Bianco oltre a Benedetto Casillo, Gerardo Scala, Marisa Laurito, Luigi Uzzo, Marina Confalone,Geppy Gleijeses e tanti altri) che attraverso le sue sceneggiature sono diventati protagonisti di battute memorabili, entrate di diritto negli annali della nostra quotidianità. (foto Arturo Favella).