Legalità e idee: al via gli incontri alla Masseria Ferraioli di Afragola
Legalità e idee: al via gli incontri alla Masseria Ferraioli di Afragola
AFRAGOLA – Riprendono gli incontri di progettazione partecipata alla Masseria Antonio Esposito Ferraioli, il bene confiscato più grande dell’area metropolitana di Napoli che nel suo primo anno di vita ha visto l’affidamento di 115 orti urbani e si è reso protagonista quest’ estate portando in città i campi di E!State Liberi, di Libera-contro le mafie.
Gli incontri di legalità sono un invito a tutti, cittadini e non, a partecipare al riutilizzo del bene trovando insieme soluzioni e idee su come vivere questo spazio riconquistato. L’appuntamento è alle 10.30 alla Masseria, via Procida. Per maggiori informazioni Masseria Ferraioli
Legalità ad Afragola. Chi era Antonio Esposito Ferraioli?
È il 30 agosto del 1978. Alle due di notte una A112 blu con i fari spenti si ferma all’angolo di via Zito. È un attimo. Due colpi di lupara alla schiena e Tonino si accascia a terra in una pozza di sangue. Tonino muore ammazzato a 27 anni.
Antonio Esposito Ferraioli, Tonino, era un giovane cuoco che lavorava alla mensa dello stabilimento paganese della FATME, azienda leader nel settore dell’elettronica. In quegli anni la passione per l’impegno sociale avuta fin da giovanissimo con gli scout si era trasformata in fervore politico con l’iscrizione al Pci e alla Cgil. In azienda era delegato sindacale.
A Pagani la guerra di camorra imperversava per le strade: da un lato i fedelissimi di Raffaele Cutolo, decisi ad espandere il dominio del “professore”, dall’altro i camorristi locali, a difendere uno degli ultimi feudi rimasti. Tonino era a lavoro quando si accorse che la fornitura di carni arrivata nella sua cucina era marcia, avariata.
Era da tempo che in veste di delegato sindacale si batteva per migliorare la qualità delle forniture.
Quando la partita di carni arrivò in mensa pensò che il limite era superato: quella “fetenzia” era il risultato di una truffa ai danni della Comunità Europea messa in atto dalla camorra e da alcuni amministratori comunali.
Le battaglie in fabbrica allora non bastavano più. Decise di denunciare. La notte del 30 agosto del 1978 fu ammazzato da due colpi di lupara alla schiena. (foto sito della Masseria)