“La città che rimedia e ri-media”, esperti a confronto da Foqus sulla rigenerazione urbana
Il 9 dicembre l’ultimo appuntamento del ciclo di incontri “Colloquia sulla città che cambia”
Qual è la “distanza” oggi tra classe politica e cittadini, tra esperti e popolazione, tra individuo e comunità? Questi i quesiti al centro dell’ultimo incontro dei “Colloquia sulla città che cambia” di Foqus, in programma giovedì 9 dicembre alle ore 15,30 nella Corte dell’Arte (via Portacarrese a Montecalvario 69), con il sostegno dell’Assessorato all’Urbanistica della Regione Campania, in collaborazione con i Dipartimenti Architettira e Scienze sociali dell’Università Federico II.
L’appuntamento pubblico a ingresso gratuito, dal titolo “La città che rimedia e ri-media”, vedrà Francesco De Biase, Dirigente dell’Area Attività Culturali del Comune di Torino, dialogare con gli esperti Ezio Manzini, Simone Arcagni, Francesco Maltese, Alessandro Bollo, Aldo Garbarini e Giulia Allegrini, al fine di sviluppare riflessioni utili alla rigenerazione degli spazi urbani.
Il confronto avrà come punto di partenza l’approfondimento sul libro “Rimediare Ri-mediare” (edizioni Franco Angeli) curato dallo stesso De Biase. Il testo analizza come la città è una delle dimostrazioni più evidenti della straordinaria complessità in cui siamo immersi. Durante il Novecento, molti degli approcci disciplinari verticali con cui si è cercato di darne una lettura plausibile, hanno tentato di semplificare gli inestricabili intrecci che invece la costituiscono e condizionano ogni nostro atto.
Ridurre la complessità è un esercizio rassicurante, ma anche vano. Nessun processo è pianificabile, controllabile. Possiamo partecipare al processo, introdurvi elementi che ne condizioneranno lo sviluppo in maniera maggiore o minore, ma è illusorio convincersi che il determinismo e il meccanicismo siano categorie ancora utilizzabili e che a una azione progettata corrisponda l’obiettivo che avevamo pianificato di raggiungere.
La città è forse il macrosistema in cui la complessità è più immediatamente riconoscibile, per questo la chiusura del ciclo dei “Colloquia” trova nelle riflessioni di questi esperti una possibile, seppur parziale, conclusione.