“Il Superbonus? Al momento accedervi è un’impresa”. L’imprenditore Mario Palermo Cerrone si fa portavoce per chiedere una revisione della misura all’attuale Governo.
NAPOLI – “Purtroppo le idee, se non è possibile attuarle, restano quello che sono: solo idee. Il Superbonus, attualmente, è ancora in questo stadio”. È duro il commento di Mario Palermo Cerrone, consulente e imprenditore, amministratore di RCS (Ricerca Competenza Sviluppo) Italia. Il problema, stando a quanto sostiene Palermo Cerrone, è nella burocrazia. E non sorprende che le sue considerazioni arrivino proprio a una manciata di ore dalla pubblicazione dell’Irex Annual Report di Althesys in cui si evince che progetti per oltre 9 miliardi di euro sulle rinnovabili sono al palo a causa dei ritardi nelle autorizzazioni. Per il Superbonus, insomma, sta accadendo lo stesso: “Quello che all’inizio – spiega Palermo Cerrone – era stato presentato come lo strumento più opportuno per risollevare e riavviare l’economia connessa all’edilizia ed al relativo indotto, è scivolato, come spesso succede in Italia, nelle sabbie mobili della burocrazia. La norma del cosiddetto Superbonus, strutturalmente valida anche se non scevra di lacune, trova oggi un ostacolo nell’istruttoria delle pratiche di approvazione. Chi nel primo periodo si è accostato alla misura si è trovato inizialmente le sabbie mobili ai polpacci; oggi ancora peggio”.
“La nefasta miscela – continua Palermo Cerrone – composta da eccessiva burocrazia e poca chiarezza del legislatore, rende oggi di fatto impraticabile l’accesso al beneficio del Superbonus. La scarsa capacità del legislatore di prevedere quello che è concretamente realizzabile complica ancora di più le cose. Non ci vuole certo la sfera di cristallo per vedere in quale contesto urbanistico la norma si innesta: le migliaia e migliaia di pratiche di condono inevase fanno da cartina di tornasole. Se a tutto ciò si aggiunge l’esiguità del personale degli uffici pubblici (non sempre adeguatamente formato) rispetto alla mole di lavoro da svolgere, si ottiene una visione alquanto sconfortante dell’insieme”.
“Anche i più attrezzati uffici del catasto e del genio civile – allerta l’imprenditore – si trovano a dover gestire una quantità di pratiche ben al di sopra dello standard abituale e, nonostante la competenza, difficilmente potranno assolvere al compito e sopperire al loro sottodimensionamento. Provate a pensare cosa potrà succedere negli uffici tecnici dei piccoli e medi Comuni italiani nel caso in cui si aprirà la diga delle pratiche di Superbonus. Caos è poco: probabilmente assisteremo ai ritardi biblici. E nel frattempo i finanziamenti si perdono per mancato utilizzo”.
In sintesi, secondo Palermo Cerrone, se il sistema è in tilt già oggi domani potrà andare solo peggio. E non solo. “Altro problema è dato dalla molteplicità di enti che intervengono a chiarire la norma o ad interpretarla. Basta inserire su qualsiasi motore di ricerca su internet la parola magica Superbonus per trovarsi sommersi da decine e decine di articoli che richiamano pareri, comunicati, sentenze, chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate e dell’ANAC e chi più ne ha più ne metta (non di rado in contraddizione tra loro). Tutto ciò non può che creare sfiducia nei cittadini e genere ulteriori ritardi nell’attuazione gli interventi. Per ultimo, ma non per importanza, devono tenersi in conto le scadenze. Il bonus facciate, ad esempio, scade a fine 2021. Probabilmente per fine anno saranno solo definite le regole del gioco. Qual è il senso? Gran parte degli immobili interessati, considerata la vetustà del patrimonio immobiliare italiano, sono beni di interesse storico e come tali passano al vaglio della soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio che impiega mesi solo per dare il nulla osta all’esecuzione delle opere”.
Sebbene sia fuori discussione che il Superbonus in questo periodo storico porterebbe a indiscutibili vantaggi per il Paese Italia (la riduzione dell’inquinamento atmosferico, la riduzione dei consumi energetici, il miglioramento sismico degli edifici solo per dirne alcune) è anche evidente che a lungo termine la ripartenza del settore edile e delle ristrutturazioni sarebbe una boccata d’ossigeno importante dopo che il Covid ha messo in ginocchio gran parte dell’attività. Ed è per questo che Palermo Cerrone lancia un appello agli altri imprenditori, soprattutto quelli del settore di cui è consulente, per chiedere al Governo un’azione immediata di semplificazione e sburocratizzazione.
“Sarebbe il caso che il legislatore prestasse maggiore attenzione al fenomeno Superbonus con un fattivo intervento in termini di semplificazione burocratica e di chiarificazione normativa. Diversamente – conclude Palermo Cerrone – anche il Superbonus finirà nel cumulo delle opportunità perdute di cui sono pieni gli armadi ministeriali”.