Ecco la manovra 2019: pensioni, condono fiscale, reddito di cittadinanza e tagli agli sprechi
Ecco la manovra 2019: pensioni, condono fiscale, reddito di cittadinanza e tagli agli sprechi
Ecco la manovra 2019: via libera del Consiglio dei ministri. Ieri sera, si è svolto a Palazzo Chigi la riunione del Consiglio dei Ministri n.23.
Al termine il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, i Vice Presidenti e Ministri, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, e il Ministro dell’economia e delle finanze, Giovanni Tria hanno tenuto una conferenza stampa per illustrare i provvedimenti adottati.
Tra le novità il superamento della legge Fornero. L’obiettivo è dare la possibilità di andare in pensione a chi tra età e contributi arriva a ‘quota 100’, probabilmente partendo dalla combinazione 62-38. Il costo è di 7 miliardi di euro e non ci sarà nessun aumento di tasse.
Più fondi per la famiglia e per la Sanità: arrivano cento milioni- Il decreto contiene disposizioni in materia di: transazioni con le aziende farmaceutiche per il ripiano della spesa farmaceutica; commissariamento delle Regioni in piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario (viene prevista l’incompatibilità della figura del commissario con qualsiasi altro incarico istituzionale presso la Regione); istituzione della Anagrafe nazionale vaccini, con l’obiettivo di monitorare i programmi vaccinali sul territorio; istituzione del fondo per la riduzione delle liste d’attesa.
Si stanziano 284 milioni per i rinnovi contrattuali di tutto il personale del Servizio sanitario nazionale e altri 505 milioni saranno attribuiti alle regioni per le spese farmaceutiche. Abolizione del numero chiuso nelle Facoltà di Medicina.
Si abolisce il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina, permettendo così a tutti di poter accedere agli studi. Gestioni commissariali della Sanità.
Si reintroduce l’incompatibilità tra la carica di commissario alla Sanità e ogni incarico istituzionale presso la regione soggetta a commissariamento.
Ecco alla manovra 2019: Sanità, reddito di cittadinanza, pace fiscale
Liste d’attesa sanitarie – Si interviene per ridurre drasticamente le liste d’attesa con lo stanziamento, tra l’altro, di un fondo da 50 milioni per le regioni per gli interventi di abbattimento delle liste d’attesa.
Inoltre, con l’istituzione del Centro Unico di Prenotazione (CUP) digitale nazionale, si potrà monitorare quando effettivamente sono stati presi gli appuntamenti, in modo da evitare possibili episodi fraudolenti di indebito avanzamento nelle liste d’attesa.
– 7 miliardi di tagli, anche da immigrazione: per legge i ministeri devono operare tagli per un miliardo l’anno.
Riduzione delle spese militari – Si prevede una riduzione delle spese militari pari ai fondi necessari per la riforma dei Centri per l’impiego.
Reddito di cittadinanza: il cavallo di battaglia del M5S sarà attuato, bisognerà investire anche sui centri per l’impiego. L’assegno da 780 euro, verrà caricato sul bancomat, con una sorta di monitoraggio degli acquisti. Il sostegno sarebbe garantito solo a patto di frequentare corsi di formazione e di prestare 8 ore a settimana di lavoro socialmente utile. Il reddito verrebbe meno dopo il rifiuto di tre offerte di lavoro.
Pace Fiscale: l’accordo raggiunto stabilisce un’aliquota al 20% per sanare il pregresso di chi ha già presentato la dichiarazione dei redditi. Sarà prevista l’opzione di dichiarazione integrativa ma con la possibilità di far emergere fino ad un massimo del 30% in più rispetto alle somme già dichiarate e comunque con un tetto di 100.000 euro per periodo d’imposta.
Per ridurre il contenzioso, si potranno inoltre sanare le liti con il fisco pagando senza sanzioni o interessi il 20% del non dichiarato in 5 anni in caso di vittoria del contribuente in secondo grado (o il 50% in caso di vittoria in primo grado).
Con la rottamazione ter delle cartelle Equitalia saranno cancellati sanzioni e interessi, dilazionando i pagamenti in 20 rate in 5 anni e arriverà lo stralcio delle minicartelle sotto mille euro accumulate dal 2000 al 2010.
Fatturazione elettronica – Si mantiene l’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica dal primo gennaio 2019, riducendo per i primi sei mesi le sanzioni previste per chi non riuscirà ad adeguare i propri sistemi informatici.
Si dà la possibilità di emettere fatture entro 10 giorni dalla operazione alla quale si riferiscono. Inoltre, si prevede che le fatture debbano essere annotate nel registro entro il giorno 15 del mese successivo alla loro emissione. Sempre nell’ottica della semplificazione viene abrogato l’obbligo di registrazione progressiva degli acquisti.
Iva – Si prevede che il pagamento dell’Iva slitti al momento in cui la fattura viene incassata.
Giustizia tributaria – Si favorisce il processo telematico anche per la giustizia tributaria.
Trasmissione telematica dei corrispettivi – Oltre all’obbligo di fatturazione elettronica, si introduce l’obbligo generalizzato di memorizzare e trasmettere telematicamente i corrispettivi.
Questo consentirà di eliminare alcuni adempimenti contabili come l’obbligo di tenuta dei registri e conservazione delle fatture e degli scontrini e un controllo maggiore e meno invasivo dell’Agenzia delle entrate. L’obbligo parte per chi ha un volume d’affari superiore a 400 mila euro dal primo luglio 2019. Per gli altri dal primo gennaio 2020.
No ai doppi incarichi per i politici e tagli alle pensioni d’oro. Questa misura prevede il taglio sopra i i 4.500 euro netti al mese nella parte di assegno non coperta dai contributi pagati porterà nelle casse dello Stato un miliardo di euro nell’arco di un triennio.
Flat tax per gli autonomi. Il forfait esiste già ed è al 15% per i professionisti con ricavi fino a 30.000 euro e per le altre categorie con ricavi fino a 50.000 euro. L’obiettivo è estendere la platea ad autonomi, Snc, Sas e Srl che optano per il regime di trasparenza con ricavi fino a 65.000 euro. Dai 65.000 ai 100.000 euro si pagherebbe un 5% addizionale. Le start up e le attività avviate dagli under35 godrebbero di un supersconto al 5%. Il costo è di circa 600 milioni il primo anno e di 1,7 miliardi a regim
Norme su RC Auto. La novità è l’arrivo di un secondo decreto, che scorpora dal dl fiscale norme altrimenti non omogenee. Il dl rinominato «taglia scartoffie e leggi inutili» cancella oltre 100 adempimenti per le imprese” e ingloba misure per garantire una Rc auto «più equa».
Tagli alla politica e agli sprechi -Si riducono i costi della politica nelle Regioni a statuto ordinario, speciale e nelle province autonome, mediante il calcolo contributivo dei vitalizi derivanti da mandato elettivo regionale. Inoltre, si prevede il blocco del trasferimento dei fondi per i vitalizi alle regioni che non ne prevedano l’abolizione.