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Due mesi di vita per Google+ poi chiude, l’harakiri è servito

Due mesi di vita per Google+ poi chiude, l’harakiri è servito

Due mesi di vita per Google Plus poi chiude, l’harakiri è servito

Due mesi di vita per la piattaforma di Google Plus: dal 1 gennaio 2019 chiude i battenti, ad annunciarlo è stato Google, spiegando le ragioni che hanno indotto a questa scelta.

Google aveva lanciato Google+, con l’idea di comportarsi come se fosse un social network normale, come Facebook, Twitter o Instagram. Ora, l’annuncio ufficiale: chiuderà il 1 gennaio 2019.

Violate le privacy di più di mezzo milione di utenti

Con la tecnologia attuale, dove ormai il pc è datato e si fa quasi tutto attraverso smartphone, iphone e tablet, violare i profili degli utenti per gli hackers è diventata una passeggiata.

La questione è semplice: per iscriversi a Google+ se un utente ha la posta elettronica di Gmail (ovvero Google mail), automaticamente è come se creasse di conseguenza un account su Google, che gli permette di accedere ad altri servizi di Google. Una sorta di pass per usare altre applicazioni, presenti negli stessi smartphone o iphone.

Vita facile per hacker, trascurati i rischi

Se hai un profilo su: Google+, Hangout, Drive, Dropbox, Foto, Maps, News, Play Film, Play Giochi, Play Libri, Play Musica e Play Store potresti essere a rischio.

Tutte queste applicazioni sono di Google e presenti nei telefoni, inserendo dati personali (nomi o immagini), si salvano sulla piattaforma Google ed è un gioco da ragazzi per un hacker.

Se scattiamo una foto dal nostro cellulare, non solo si salva sulla galleria all’interno del dispositivo, ma anche su Google Foto e anche se la togliamo dalla galleria su resta.  C’è chi ha la posta elettronica di Gmail e non sa di avere pure un profilo su Google+.

Insomma un’idea che i vertici di Google hanno preso sottogamba, trascurando i rischi che essa comportava.

Chiudere Google+ è un primo passo, ma c’è da prestare molta attenzione, perché nel frattempo il danno è stato commesso: a più di 500 mila persone sono stati violati i loro profili. (Alfonso Infantino)

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