Il calcio ai tempi del Coronavirus: tra indecisioni e protagonismi vari
Il calcio ai tempi del Coronavirus: tra indecisioni e protagonismi vari
di Giuseppe Carrubba
Parlare nelle condizioni in cui versa la nostra amata Italia di sport e di calcio ci è sembrato per lungo tempo parecchio fuori luogo, ma sicuramente la questione si è inasprita sempre di più fino ad arrivare ad un punto di non ritorno.
La situazione è di quelle critiche, tanto per cambiare. Cercheremo, senza annoiarvi, di farvi capire come stanno le cose. Abbiamo molti punti di vista, è vero che c’è bisogno di una visione a 360° dell’argomento, ma poichè noi siamo abili sintetizzatori, vi riporteremo i più importanti o per lo meno quelli che lo dovrebbero essere.
Il punto di partenza è senza dubbio l’ultima conferenza stampa del premier Conte, (ovviamente Giuseppe non Antonio, per quelle dovremmo ancora aspettare) che ha dichiarato il 4 Maggio come data iniziale per i soli allenamenti individuali, s’intende quindi allenamenti di atleti professionisti di sport individuali ( ovviamente che non presuppongono il contatto e quindi la violazione alle disposizioni su distanza di sicurezza attualmente in vigore).
In poche parole i primi a tornare ad allenarsi saranno i tennisti, gli atleti olimpionici e forse qualcun altro previsto dal DPCM. In tutto questo c’è però da sottolineare che il Coni e le Federazioni dovranno autocertificare i possibili spostamenti di ciascun atleta e in più sarà molto difficile trovare anche i luoghi di allenamento in quanto i “centri sportivi, le palestre, gli impianti e le piscine” non hanno ancora una vera e propria data di riapertura. Non crediamo che sarà possibile vedere un Fognini ad esempio “racchettare” nei cespugli del parco più vicino, oppure un Tortu correre appresso a qualche scoiattolino.
Gli allenamenti sono roba seria e per un atleta, soprattutto professionista, il 70% del lavoro è richiesto proprio in quei momenti. Effettivamente la riatleatizzazione dopo lo stop deve passare necessariamente da questo step, quindi ci risulta più che logica anche la richiesta da parte dell’AIC di allargare il provvedimento ed estendere le norme contenute nel DPCM del 26 anche agli allenamenti di squadra che, altrimenti riprenderebbero solamente dal 18 di Maggio.
Siamo al punto due, forse tra quelli più scottanti: questo 18 Maggio è una data “fake, clou o un secondo step”?. Possiamo rispondere dicendo che è semplicemente tutte e 3; infatti quando parliamo della ripresa degli sport di squadra in quel giorno dobbiamo fare attenzione perchè si parla degli allenamenti non di altro, ma l’allenamento di squadra prevede quindi un gruppo e un gruppo non è forse un assembramento? Quindi il 18 ci sarà davvero una ripresa o lo si sta solo ipotizzando? Indirettamente quel giorno probabilmente sancirà anche l’inizio o la fine dei tanto amati campionati di calcio e sicuramente avremo avuto già da parecchi giorni (si spera) l’ufficialità di un qualcosa.
Dobbiamo aggiungere anche le dichiarazioni fatte dal ministro dello sport Vincenzo Spadafora. Innanzitutto il protocollo presentatogli dai medici della A la scorsa settimana è risultato carente e soprattutto non si avvicina al rischio zero, o meglio dire a quello calcolato. Ma scusate esiste davvero un rischio calcolato? Pare che stiano già lavorando ad un nuovo protocollo da presentare all’esecutivo e chissà magari lo individueranno in quest’altro. Il nostro beneamato concittadino ha poi aggiunto che il protocollo richiede una quantità di tamponi troppo eccessiva da assecondare e quindi non potrebbero essere garantite le giuste misure di sicurezza ai calciatori. Tutto ciò ha fatto intendere finora che la strada verso il proseguimento del campionato si intorpidisce sempre di più.
Perchè continuare ad aspettare senza dare una vera e propria ufficialità una volta per tutte? Ah dimenticavo, in serata Gravina, presidente della Figc (non uno qualunque) ha ribadito che lui non firmerà nessuno stop per la Serie A e lotterà fino all’ultimo per farla riprendere più presto possibile. Poi se volete aggiungeteci tutte le idee dei 20 presidenti di A, quelli dei commissari delle leghe minori e state sicuri che la quarantena fatta finora non vi basterà per capirci qualcosa.