Retake. Qual è il tuo ruolo di cittadino?
Retake. Qual è il tuo ruolo di cittadino? L’azione parte sempre da chi nota un disagio ambientale
di Roberta Formisano
C’è sempre un “prima” e un “dopo” con loro! Il prima è ciò che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni, camminando per le strade della nostra città.
Il dopo dipende solo dal nostro impegno quotidiano, grazie al loro sostegno. Sono i ragazzi di Retake Napoli, il movimento di cittadini volontari nato più di due anni fa dall’esperienza decennale di quello sorto a Roma, e presente ad oggi in 40 città circa. Sono volontari che si impegnano nella lotta al degrado urbano, nella diffusione di senso civico sul territorio e nella costruzione di comunità di cittadini attivi.
Non agiscono mai da soli: collaborano con comitati di quartiere, parrocchie, associazioni, scuole e soprattutto con le istituzioni. E’ un aspetto imprescindibile della loro filosofia, avanzano proposte per smuovere e risvegliare non solo i cittadini, ma anche gli organi civilmente coinvolti nella salvaguardia della legalità e del bene comune: ASIA, ABC, aziende dei trasporti, Comune e Municipalità, e tanti altri.
Basta cercarli su Google o su facebook: la loro pagina Retake Napoli fa da megafono alle call to action che nascono spontaneamente in ogni quartiere della città partenopea dove si creano gruppi di volontari, dal basso, da un’esigenza del territorio.
Non ci si aspetta che le cose “calino dall’alto”, ma dal confronto e dalle discussioni costruttive e propositive nate sui vari gruppi di retake su facebook per capire insieme come agire. Il social e il sito web servono anche a diffondere non solo le foto “del prima e dopo il loro passaggio”, ma in primo luogo per divulgare informazioni utili alla cittadinanza, spesso poco diffuse e poco note, frutto di indagini ad opera dei retaker stessi.
Legalità, trasparenza, sensibilizzazione, continuità sono i pilastri di Retake.
“Non si chiama Retake solo per ripulire luoghi abbandonati all’inciviltà dei singoli. L’azione parte sempre da chi nota una difficoltà o un disagio ambientale nel proprio quartiere e si confronta con il gruppo organizzativo per agire e portare avanti le attività sul territorio”, spiega Marco – vicepresidente del movimento.
Diverse, tante sono le azioni che mettono in campo: da pulizia, rimozione e differenziazione di rifiuti in aree degradate, alla cura delle aree verdi, alla rimozione di affissioni abusive, o ancora alla manutenzione di beni pubblici e creazione di infrastrutture. Il tutto accompagnato sempre dal confronto con gli organi direttamente di competenza delle aree, e dall’autorizzazione delle istituzioni di riferimento.
S’impegnano per il bene comune, a cui è chiamato ciascuno di noi a “muoversi”, eppure si ritrovano a fare i conti con la diffidenza delle persone del quartiere, le accuse di quanti sono fermamente convinti che siano politicizzati, egocentrici, che vogliano speculare con “i soldi della gente”.
Ma spesso si scontrano anche con difficoltà oggettive legate talvolta allo smaltimento dei rifiuti pericolosi o all’incompetenza e al menefreghismo che loro contrastano con informazione e senso critico nell’agire e nell’affrontare gli enti con cui si confrontano nell’organizzazione delle azioni di riqualifica.
“Quello che vogliamo diffondere è quel forte sentimento di empowerment, che in italiano si traduce con il mostrare il potere che ciascuno di noi ha nel cambiare le cose, per spronare e mostrare che questo è possibile. Ma dipende solo da te!” afferma con entusiasmo Eleonora, che ha conosciuto Retake a Roma circa cinque anni fa mentre raccoglieva delle cartacce in strada sotto casa.
La sua piccola azione personale ha scatenato l’invito da parte della fondatrice del movimento romano ad unirsi ai retaker.
Scendere in strada e interrogarsi: Questa situazione a chi compete? Qual è l’organo di riferimento? A chi bisogna inviare la segnalazione?
Il loro esempio può risvegliare le coscienze, non solo dei cittadini ma anche delle istituzioni affinché possano mettere in campo delle figure competenti per la salvaguardia e la sorveglianza dell’ambiente e del bene comune. “Con Retake si accendono i riflettori sui vari luoghi della città dove ci si rende conto di quanto le persone possano prendersene cura nel quotidiano e le amministrazioni se ne facciano carico”, conclude Marco.
Anche se non si ha la possibilità di partecipare ad un evento Retake, è sempre possibile raccogliere una carta sporca, strappare un erbaccia, sensibilizzare l’amico disattento, denunciare una scorrettezza, il loro invito.
Ci resta solo di seguire gli eventi su facebook, a seconda della zona in cui abiti, e diventare un retaker. O un semplice cittadino!