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Il principe Don Jaime di Borbone da Madrid a Napoli per onorare San Gennaro

Il principe Don Jaime di Borbone da Madrid a Napoli per onorare San Gennaro

Il Cardinale saluta il 26enne principe spagnolo

Sua Em.za il Cardinale Crescenzio Sepe, durante il solenne Pontificale in occasione della memoria liturgica di San Gennaro vescovo e martire, prima di indirizzare parole di incoraggiamento alla città e alla regione, ha rivolto i propri saluti alle autorità religiose e civili presenti nella Basilica Cattedrale di Napoli. Ha voluto salutare e ringraziare, in modo particolare, anche il giovane principe Don Jaime di Borbone delle Due Sicilie. Don Jaime era seduto, tra i rappresentanti della Reale Deputazione, accanto al sindaco di Napoli Luigi de Magistris e al presidente della regione Vincenzo De Luca. Al termine della celebrazione il Cardinale si è avvicinato al principe per porgergli l’ampolla con il sangue del Santo, affinché potesse venerarla con un bacio.

Chi è Don Jaime di Borbone?

Il 26enne principe ereditario Don Jaime è nato a Madrid il 26 giugno del 1993. È nipote dell’Infante di Spagna Carlo Maria di Borbone-Due Sicilie e della principessa Anna d’Orleans. Figlio di Don Pedro di Borbone, Grande di Spagna, Gran Maestro di tutti gli Ordini dinastici della famiglia, capo del casato e pretendente al trono delle Due Sicilie. Il giovane don Jaime è Gran Prefetto del Sacro Militare Ordine di San Giorgio e Gran Connestabile del Real Ordine Militare di San Giorgio della Riunione. Inoltre detiene il titolo di Duca di Noto ed è, dall’8 maggio del 2019, Cavaliere dell’Insigne e Reale Ordine di San Gennaro. Questa di settembre è stata, quindi, la prima occasione per Don Jaime di assistere alla festa del Santo patrono.

La disputa al trono dei due rami familiari: l’Atto di Cannes

Don Jaime, come anticipato, è figlio di Don Pedro di Borbone, che è riconosciuto erede al trono del regno delle Due Sicilie da parte del regno di Spagna e da diverse case dinastiche europee. La sua pretesa al trono è disputata, però, con Carlo di Borbone. Con l’atto di Cannes del 14 novembre del 1900, Carlo Tancredi, dovendo sposare l’Infanta di Spagna Maria de las Mercedes di Borbone, figlia primogenita di Alfonso XII di Spagna, rinunciava al trono delle Due Sicilie, se fosse divenuto re di Spagna. Con il matrimonio i suoi successori avrebbero potuto ereditare il trono di Spagna e quello delle Due Sicilie, cosa che la Prammatica Sanzione emessa, nel 1759, da Carlo III di Spagna, vietava. Ma Maria de las Mercedes non assunse al trono. Alla morte di Ferdinando-Pio, non avendo eredi maschi, la successione del titolo di Re delle Due Sicilie non passò, quindi, a Carlo Tancredi ma a suo nipote Alfonso, figlio del fratello successivo. Da quel momento sono iniziate le dispute tra le due line familiari.

Da 50 anni in lite e una super commissione per decidere

Dal 1960 i due rami reclamano entrambi la titolarità dei diritti dinastici. Il Re di Spagna Juan Carlos di Borbone, quale successore ed erede di Carlo III, nel 1983 decise di affidare la risoluzione della questione a una commissione ai massimi livelli, che si pronunciò ufficialmente e con piena legittimità. La Commissione, formata dal Ministero di Giustizia, dalla Reale Accademia di Giurisprudenza e Legislazione il Ministero degli Affari Esteri, dall’Istituto Salazar y Castro del Consiglio Superiore delle Investigazioni Scientifiche e dal Consiglio di Stato di Spagna, ha prodotto un voluminoso faldone di studi. La decisione, approvata con pareri motivati, ha riconosciuto come Capo della Casa Borbone delle Due Sicilie e Gran Maestro dell’Ordine Costantiniano il discendente del ramo primogenito di Carlo Tancredi, cioè S.A.R. Don Carlos Maria di Borbone, primogenito farnesiano (padre di Don Pedro e nonno di Don Jaime). Le dispute, nonostante la decisione spagnola, sono andate avanti per decenni.

La riconciliazione dinanzi alle spoglie della Beata Maria Cristina

Il 25 gennaio del 2014 tutto il casato delle Due Sicilie si è riunito nella Basilica di Santa Chiara in Napoli per la cerimonia di Beatificazione di Maria Cristina di Savoia, moglie di Ferdinando II e regina consorte del regno delle Due Sicilie. Quel giorno i due rami hanno firmato un atto di riconciliazione. I due pretendenti riconoscevano i rispettivi titoli, diritti e privilegi e avrebbero deciso di proseguire nel rispetto delle tradizioni familiari. Quindi, alla morte di Carlo di Borbone, avendo solo due figlie femmine, il titolo sarebbe tornato definitivamente al ramo di Don Pedro.

L’inspiegabile dietrofront di Carlo di Borbone

Dopo appena due anni, il 14 maggio del 2016, Carlo di Borbone ha deciso di non riconoscere le secolari regole di successione dinastica, abolendo la legge Salica, richiamandosi al diritto europeo (trattato di Lisbona del 2009) che proibisce la discriminazione tra uomini e donne. In tal modo ha riconosciuto pretendente al trono e ai titoli dinastici la sua figlia primogenita. La decisione è stata, ovviamente, contestata da Don Pedro che, sostenendo il rispetto del codice legislativo dell’ex Regno, si è riconosciuto erede al trono e ha preteso, quindi, gli stessi privilegi per i suoi discendenti maschi, iniziando dal giovane Don Jaime. A seguito dell’iniziativa unilaterale di Carlo di Borbone altre case reali non più regnanti hanno sostenuto la posizione dinastica di Don Pietro di Borbone e numerose associazioni borboniche hanno smesso di sostenerlo, favorendo il ramo spagnolo e riconoscendo Don Pedro e Don Jaime i legittimi pretendenti.

                                                                                                 Giovanni Russo