Venerabile Sosio Del Prete. La mia vita per i poverelli: le pupille degli occhi di Dio
Venerabile Sosio Del Prete. La mia vita per i poverelli: le pupille degli occhi di Dio
di Giovanni Russo
Nascita e vocazione di padre Sosio
Nato a Frattamaggiore (Na) il 28 dicembre del 1885, fu battezzato con il nome di Vincenzo. Nel 1901 iniziò il noviziato al convento dei Frati Minori di San Giovanni in Palco in Taurano (Av). Nel 1902, emettendo i voti temporanei, assunse il nome di Sosio, in onore del santo patrono della sua città natale (San Sossio). Cominciò a coltivare, da subito, la devozione alla Madonna della Purità vergine amata anche da San Ludovico di Casoria. Completò gli studi mentre era nel convento di San Vito in Marigliano e assunse quella cultura teologica e spirituale che lo sorresse per tutta la vita, avendo avuto illustri maestri per fede e dottrina, tra i quali padre Teodoro Barbaliscia. L’ 8 dicembre del 1905 emise i voti perpetui e il 12 marzo del 1910 fu ordinato sacerdote nel Duomo di Nola.
Dalla vocazione religiosa a quella musicale
La vocazione artistica, particolarmente quella musicale, iniziò a maturare ed accrescersi proprio nell’ambiente religioso. Un amore che fu visibile, nella massima forma, quando nel 1916 e nel 1917 conseguì presso il Conservatorio di Napoli, con il maestro Raffaele Caravaglios, i diplomi di Canto corale ed Istrumentazione per banda. Successivamente tra il 1920 e il 1928, con il maestro Francesco Cilea, conseguì i diplomi di composizione e direzione d’orchestra. Dalle sue composizioni emerge una vena melodica fresca e spontanea, che fa leva su una devozione religiosa viva, che si rinnova ed è aperta alla modernità dei tempi. Direttore d’orchestra, eseguì concerti e messe in diverse circostanze, tra le sue produzioni musicali occorre citare: – O Salutaris Hostia, per tenore, del 1921, dedicato al suo maestro Raffaele Caravaglios; – O Dolce Madre o amabile, per tenore, del 1921, dedicato alla mamma e il cui testo fu scritto da padre Giocondo Tignola; – Tantum Ergo, del 1921, dedicato al Ministro Provinciale padre GianGiuseppe Scialdone,; – Ninna Nanna a Gesù Bambino, per tenore e basso con coro, del 1925, dedicato al Ministro Provinciale padre Valentino Barile; – Composizioni per coro a una voce con accompagnamento d’organo o Harmonium quali Ave Maria del 1925, e Veni de Libano; – Panis Angelicus, per mezzosoprano o baritono, del 1927, dedicato a padre Ludovico Damiano.
L’arrivo al convento di Afragola
Destinato al Convento e Santuario di Sant’Antonio in Afragola fu nominato Vicario nel 1929, Maestro dei chierici nel 1930, e fu il primo Organista del Santuario dal 1929 fino al 1944 circa. Disponendo dell’importante Organo Tamburini, intensificò la sua produzione artistica componendo: – Messa Mater Fons Amoris, per coro a due voci uguali, che fece eseguire da artisti del San Carlo, durante la Messa funebre del concittadino Can. Prof. Giuseppe Salzano; – Francisce Christi Signifer, inedito del 1931, dedicato al padre Luigi Susa, Procuratore Generale dei Frati Minori; – Sancte Pater, a tre voci: tenore-tenore-basso, inedito del 1931, dedicato al M.R. padre Leonardo Maria Bello Ministro Generale; – Inno a Sant’Antonio di Padova, per coro all’unisono, del 1931 composto per il VII Centenario della morte del Santo, e dedicato a padre Cirillo Caterino; – Inno a Cristo Re, Canto e pianoforte, del 1938, dedicato a Sua Eminenza il Cardinale Alessio Ascalesi; – Composizioni a due voci con accompagnamento d’organo o Harmonium quali le Litanie del Sacro Cuore di Gesù e Sacro Cuor d’amor feritodel 1939 e Missa da requiem eseguita personalmente in Santuario (ad Afragola) il 20 febbraio del 1941; – Preludio Funebre per Organo o Harmonium; – Assumptio Beatae Mariae Virginis, e Transitus Virginis con versi di padre Pio Ciuti O.P. Il Venerabile compose, nel 1932, la musica dell’inno che gli afragolesi cantano nelle occasioni solenni al loro Santo: Salve Antonio. Il testo fu scritto da padre Giuseppe De Francesco e il canto sacro fu dedicato al Ministro Provinciale padre Filippo Faicchio.
Dalla musica alla carità
Vivendo nel convento di Sant’Antonio, e stando a contatto con un luogo caratterizzato da gravissime piaghe sociali, si affannava a proteggere gli indigenti umiliati dalla vita che, sempre più numerosi, accorrevano a lui e lo seguivano. Un amore di predilezione l’ebbe verso i poveri incontrati per le strade. Li visitava consolandoli nei loro bisogni e nelle loro malattie, affrontando nelle necessità il freddo gelido della notte, e rischiando di proprio nella salute, già alquanto malferma. Fu la visione di una vecchia abbandonata a convertire il suo cuore, in seguito scrisse: “Ma dove intensificai questo apostolato di bene e di carità fu verso i bisognosi e verso i poverelli, o come io stesso li chiamavo, le pupille degli occhi di Dio. Amai assai i poverelli e da essi ero pure riamato con grande affetto, chiamandomi loro padre e loro Benefattore e loro amico. Per questo quando uscivo dal Convento ero seguito da una coda di poverelli e di ragazzi e a tutti davo qualche cosa o di cibo o di pane che per loro mi ero privato di mangiare a refettorio. Pensavo continuamente ai poverelli, e li provvedevo di quanto potevano aver bisogno; distribuendo loro, col permesso dei Superiori, tutto ciò che ricevevo dai benefattori o da altri”.
L’incontro con Antonietta Giugliano
Risale alla primavera del 1929 l’incontro con la giovane Antonietta Giugliano (qui il nostro speciale sulla sua vita), che desiderava entrare in qualche Congregazione e donare la sua vita ai bisognosi. Padre Sosio, sorpreso da quell’energia che la giovane anima di Antonietta emanava, pensò: “Ecco la persona che il Signore vuole associata e compagna per l’attuazione di quanto egli mi ha ispirato e che vuole per la fondazione di una Congregazione religiosa con annesso ospizio dei poveri vecchi”. Con il consenso dei superiori, verso cui professò sempre obbedienza e devozione, si diresse con tutto lo slancio della passione al carisma francescano, soggiornando al Monte de La Verna, luogo amato da Francesco per avervi ricevuto le Stimmate. Sul Sacro Monte si dedicò a una vita di forte penitenza e preghiera. Trasformato da quella esperienza decise di rinunciare all’esercizio professionale della musica, considerata, in confronto all’esigenza della carità, soltanto una vanità. Riprenderà ad amare la musica ma al solo scopo di poter dettare alle sue figlie spirituali, Litanie, Messe, Canti Sacri, Oratori alla Madonna.
La Fondazione della Congregazione
Convinta la giovane Antonietta, che possedeva un cospicuo patrimonio, fondò, insieme a lei, nelle vicinanze del Santuario di Sant’Antonio, il 6 giugno 1932, la Casa di ricovero Sant’Antonio – Pro erigendo Istituto Sacro Cuore, per poveri e vecchi abbandonati. Antonietta, divenne la sua pianticella spirituale e, insieme a un piccolo stuolo di giovanette, iniziò l’eccezionale avventura di fede e di carità verso gli abbandonati del luogo. Ricevendo l’abito religioso, dalle mani del Cardinale Alessio Ascalesi, il 20 ottobre del 1935, Suor Antonietta darà inizio all’Istituto delle Piccole Ancelle di Cristo Re. Come tutti i progetti di Dio, la loro storia subì il battesimo del fuoco con l’incomprensione, la sofferenza e il sacrificio ma, attraverso peripezie varie, il cammino arrivò dove voleva Dio. Aprirono (P. Sosio e Suor Antonietta) case dell’Istituto a Torre Annunziata (1937), Boscoreale (1945), Napoli (1945), Portici (1946) e San Giuseppe Vesuviano (1949). Le diverse case iniziarono a perseguire congiuntamente all’assistenza alla vecchiaia anche la tutela e l’educazione dell’infanzia e della gioventù abbandonata. Consapevole delle devastazioni fisiche e psicologiche che la malattia comporta e dell’importanza ristoratrice del conforto fondò, ad Afragola, la clinica San Pio X. Padre Sossio sembra così far rivivere, a distanza di quasi un secolo, la figura di San Ludovico da Casoria. Oltre all’amicizia del cardinale arcivescovo di Napoli Alessio Ascalesi, padre Sosio potè contare anche sull’aiuto del vescovo di Castellammare di Stabia Federico Emmanuel, del vescovo di Nola Michele Camerlengo e di diversi Ministri Generali dell’Ordine dei Frati Minori. Quando a Roma incontrò per la prima volta il successore del poverello d’Assisi, il Ministro Generale dell’Ordine, si commosse fino alle lacrime. Ebbe rapporti anche con il Sindaco di Napoli Giuseppe Buonocore, con l’On. Ferdinando D’Ambrosio, che fu, poi, il primo autore di una sua Biografia dal titolo: Il Padre della povera gente.
La morte si presenta improvvisa
Nella notte tra il 27 e il 28 Gennaio del 1952 a Napoli, all’età di 67 anni, un angina pectoris si presentava, improvvisa e fatale, a stroncare la vita del Venerabile. Fu ritrovato con ancora il suo breviario tra le mani. La fine dell’esistenza terrena di padre Sosio fu segnata da dolore e smarrimento delle sue figlie spirituali e il rimpianto dei suoi assistiti di cui, il padre, era il tenero protettore. Celebrati i funerali ad Afragola, fu tumulato nella cappella dei Frati Minori nel locale cimitero e, il 15 maggio del 1955, a tre anni dalla morte, i suoi resti furono trasferiti nella Cappella della casa madre della Congregazione, dove tutt’oggi riposano.
Iter Canonizzazione di padre Sosio del Prete
Il 1 dicembre del 2006 nella Basilica-Santuario di Sant’Antonio in Afragola solennemente è stata aperta, alla presenza dei Cardinali Crescenzio Sepe e Michele Giordano, e degli Arcivescovi Bruno Forte e Luigi Diligenza, l’inchiesta diocesana per la Beatificazione e Canonizzazione del Padre. Questa inchiesta, conclusa a distanza di due anni, ha permesso al Tribunale diocesano di raccogliere 18 testimoniane previe, e ascoltare 5 testi ex officio e 28 testi indicati dal Postulatore Generale padre Luca Maria De Rosa. Nel marzo del 2009 gli Atti sono stati aperti presso la Congregazione delle Cause dei Santi, iniziando cosi la fase Romana del processo. Dopo un’ulteriore inchiesta suppletiva (nel 2010) gli atti sono stati comprovati con il Decreto di validità giuridica il 12 novembre 2010 e il Postulatore Generale padre Giovangiuseppe Califano (che ha sostituito padre Luca De Rosa morto il 25 aprile del 2009) ha preparato la Positio super virtutibus. Nel corso degli anni la Positio è stata presentata al Congresso Storico (che l’ha approvata con il voto unanime dei suoi sei membri il 30 settembre 2014) e alla Consulta dei Teologi (che ugualmente l’ha approvata con il voto unanime dei suoi nove membri il 16 aprile 2015). Il 5 aprile del 2016 i Padri Cardinali e Vescovi nella Sessione Ordinaria hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali e annesse. Sua em.za il cardinale Angelo Amato – Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi – il 26 aprile del 2016 ha presentato a Sua santità papa Francesco il risultato della Positio e il Santo Padre ha autorizzato la promulgazione del Decreto che concede al Servo di Dio il titolo pontificio di Venerabile. Il 22 ottobre di quell’anno, presso il Santuario del Volto Santo in Napoli, è stato reso pubblico il Decreto sulla Venerabilità di padre Sosio Del Prete durante una solenne celebrazione presieduta dal cardinale Crescenzio Sepe e concelebrata dagli Arcivescovi Bruno Forte, Enrico Dal Covolo, Tommaso Caputo e Angelo Spinillo. Prossimo passo è il riconoscimento di un miracolo, con esso il Venerabile potrà essere elevato agli onori degli altari con il titolo di Beato.
PREGHIERA PER OTTENERE LA BEATIFICAZIONE DI SOSIO DEL PRETE
Padre di infinita misericordia,
che hai inviato nel mondo
Gesù tuo Figlio
come dono di speranza e di vita
per tutti gli oppressi e i sofferenti:
glorifica il tuo Servo fedele
Padre Sosio Del Prete.
Egli nella sua vita operosa
rivelò ai piccoli e agli emarginati
il volto della tua tenerezza paterna,
condividendo come il buon Samaritano
la sofferenza e la povertà dei fratelli.
Donaci sul suo esempio
e per sua intercessione
un cuore capace
di amare Te nei nostri fratelli
per rendere così gioiosa testimonianza
al Vangelo del tuo Figlio Gesù.
Amen!