Cori razzisti contro Napoli, l’appello di Ancelotti è rimasto sordo
Cori razzisti contro Napoli, l’appello di Ancelotti è rimasto sordo
di Alfonso Infantino
In occasione della sosta per le Nazionali di calcio, Carlo Ancelotti, allenatore del Napoli, aveva sollevato una questione che, purtroppo, è di moda negli stadi italiani: cori razzisti, insulti e offese verso gli avversari.
L’appello lanciato dal tecnico di Reggiolo era di sospendere a priori le partite, se si sentivano cori di pessimo gusto. Un’azione significativa verso uno scempio, che in Italia ormai è diventato routine.
A quanto pare è stata un’idea fine a se stessa, o peggio sorda. Durante la partita Udinese-Roma, in campo sabato alle 15, dagli spalti sono partiti cori del tipo: “Lavali, Lavali, Lavali… Vesuvio lavali col fuoco”. E il Napoli non era nemmeno in campo.
Non solo il Napoli non centrava nulla con la partita, ma si è giocato ugualmente. Dunque quanto auspicato da Ancelotti, non ha prodotto gli effetti sperati, è rimasto come si sospettava: inascoltato.
Lo stesso Ancelotti l’aveva già accennato lo scorso 14 ottobre, durante il Festival dello Sport, organizzato dalla Gazzetta dello Sport a Trento. L’allenatore emiliano raccontava la differenza tra l’Italia e l’estero, in 9 anni di esperienza.
Ancelotti sottolineava come l’Italia sia rimasta arretrata rispetto all’Inghilterra, alla Francia, alla Spagna e alla Germania. Ancora insulti dagli spalti verso gli avversari: allenatori, calciatori e soprattutto la città che la squadra in sé rappresenta.
Giusto focalizzare questo aspetto, ma in fin dei conti, l’iniziativa di Ancelotti era una chimera in partenza. Sennò non si spiega come in Udinese-Roma partano cori su Napoli, invece di sostenere l’Udinese e la Roma. Questa è l’Italia. (foto profilo Facebook).