La Madonna dell’Arco: la protettrice delle donne vittime di violenza
Ogni anno, nel lunedì in albis, si tiene da secoli il tradizionale pellegrinaggio dei fujenti al Santuario della Madonna dell’Arco, a Sant’Anastasia, in provincia di Napoli. Migliaia di devoti, uomini, donne e bambini, partendo di notte dai paesi di origine arrivano al Santuario per attendere diverse ore, in fila, prima di potersi avvicinare alla immagine della Madonna.
Lo stesso giorno e nella domenica immediatamente successiva, i fujenti organizzano poi delle dimostrazioni di fede con toselli, bandiere e carri con la musica. Quest’anno (2024) una delle 400 associazioni riconosciute (gli iscritti totali sono oltre 60.000) ha saputo attirare l’attenzione dei devoti, perchè ha inscenato una rappresentazione contro la violenza sulle donne. La “mamma dell’Arco”, infatti, è l’immagine di una donna che ha subito violenza. Quel 6 aprile del 1450, lunedì in albis, un giocatore di pallamaggio, originario di Nola, innervosito per la perdita al gioco, bestemmiando la Madonna che era dipinta sull’edicola, raccolta da terra la palla di legno, la scagliò con violenza sul viso. Il volto della Madonna, colpita sulla guancia sinistra, come se “fosse viva carne”, iniziò a sanguinare.
L’Associazione Madonna dell’Arco di via Bisceglia di Borgo d’Aversa ha voluto presentarsi ricordando innanzitutto il miracolo di Aurelia Del Prete (il secondo “famoso” miracolo avvenuto a Madonna dell’Arco), per poi raccontare la storia di Anna. Una bambina, devota alla Madonna dell’Arco, che tra i fujenti trova il suo amore, cresce con quella devozione che accomuna entrambi e raggiunge il suo sogno: sposarsi. La vita di coppia però non continua come vorrebbe. Il marito di Anna inizia ad essere nervoso, è geloso e allora le colpisce il viso con uno schiaffo. Passano i giorni e nuovamente le colpisce il viso, poi passa ai calci e infine, preso un coltello, la uccide.
In quel momento le fujenti hanno aperto le fotografie di donne vittime della violenza urlando il loro nome. Inoltre il quadro presentato dall’Associazione ha avuto la caratteristica di poter ruotare senza che i fujenti al di sotto si muovessero. Oltre al dipinto, che raffigurava il tradizionale pellegrinaggio a Madonna dell’Arco, il tosello nel retro era in realtà un quadro vivente. Ognuno poteva interpretare, liberamente, quella scena. Anna forse è ancora viva… Il suo uomo se, prima che marito, è un vero devoto mai alzerebbe la mano su una donna, perchè colpendo lei nuovamente offende la “mamma dell’Arco”.
L’Associazione ha saputo dimostrare che si può fare cultura e si può aiutare a riflettere su temi importanti, perchè venerare la Madonna dell’Arco non è far casino, ma meditare su secoli di storia e sugli insegnamenti del Vangelo, che è sempre e solo “amore”.
Giovanni Russo